Quadrimestrale, Spedizione in abbonamento postale
EDITORE: Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna
Questo giornale convoca intellettuali, scrittori, scienziati, psicanalisti, imprenditori sulle questioni nodali del nostro tempo e pubblica gli esiti dei dibattiti a cui sono intervenuti in Emilia Romagna e altrove, per dare un apporto alla civiltà e al suo testo. | |
| NERIO BENTIVOGLI assessore alle Attività Produttive della Provincia di Bologna
CON LE BARRIERE NON SI FA PROGRESSO
Sono lieto di dare il benvenuto ai partecipanti a questa iniziativa, promossa dallAssociazione Culturale Progetto Emilia Romagna e dalla casa editrice Spirali, destinata ad affrontare il tema del fare impresa che si pone sicuramente allattenzione di tutto il mondo e che in questa occasione viene affrontato con un taglio internazionale, consentendoci di aggiornarci e di rinnovarci, anziché rimanere sulle nostre posizioni. Per quanto riguarda la nostra provincia, rilevo purtroppo che a Bologna, in questo primo scorcio di ventunesimo secolo, i nuovi imprenditori sono ancora molto pochi mentre nel secolo appena trascorso ce ne sono stati tantissimi e ce ne sono ancora tanti ed è per questo che Bologna ha unimpresa ogni dieci abitanti. È anche vero che la storia dellevoluzione imprenditoriale della nostra area è stata caratterizzata da alti e bassi. Nel Duecento Bologna era una delle capitali culturali, ma anche imprenditoriali. Lo stesso si è ripetuto alcuni secoli dopo: nel Cinquecento e nel Seicento, Bologna è stata la capitale della seta. Alti e bassi che derivano, molto spesso, dallapproccio culturale che la collettività e i singoli hanno avuto al tema dellessere imprenditori. Bologna è stata leader tutte le volte che ha saputo rinnovare, mentre ha perso terreno tutte le volte che si è chiusa in se stessa. Bologna perse la sua leadership nel settore della produzione della seta quando decise di cominciare a fare unazione di conservazione mettendo, o tentando di mettere, barriere allemigrazione di coloro che erano i depositari di scienza in quel momento. Il termine scienza forse non è esatto, ma in realtà ha la capacità di indicare come, con le barriere, con la chiusura, non si faccia progresso: il progresso si fa rinnovando, proiettandosi, confrontandosi con lesterno. Questo accadeva nel nostro paese e nella nostra regione nel dopoguerra, quando, approfittando di alcune circostanze favorevoli, un popolo che era in prevalenza contadino si è trasformato e ha messo in piedi il sistema industriale che è quello su cui abbiamo prosperato finora. Abbiamo fatto innovazione nel momento in cui abbiamo colto le sfide dellavvio dellUnione Europea, ma oggi siamo in una fase molto delicata e molto importante, perché, se ci limitassimo a tentare di conservare quello che abbiamo, forse ci avvieremmo a una fase di decadenza. Tuttavia, oggi da noi esistono molti stimoli e molte opportunità dinnovazione che ci fanno bene sperare. Questi germi di innovazione vanno colti con diverse azioni e tanti approcci diversi che devono coinvolgere i singoli, la collettività, le associazioni, le organizzazioni e il pubblico. | | |