Quadrimestrale, Spedizione in abbonamento postale
EDITORE: Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna
Questo giornale convoca intellettuali, scrittori, scienziati, psicanalisti, imprenditori sulle questioni nodali del nostro tempo e pubblica gli esiti dei dibattiti a cui sono intervenuti in Emilia Romagna e altrove, per dare un apporto alla civiltà e al suo testo. | |
| LEONARDO CELESTRA Architetto, titolare della Edilcelestra, Bologna
IL VIAGGIO E LA CITTA'
Il poeta Borges in una milonga scrisse: la gente ha labitudine di morire; e parrebbe proprio che non ci sia modo di levargliela. Può sembrare strano che, interrogato sul tema il viaggio e la città, io inizi da quella che viene considerata la fine del viaggio di ogni uomo, cioè la Morte. Levidenza della morte fa di noi dei pensatori. Da bambini ci crediamo immortali, pensiamo di essere onnipotenti e che tutto il mondo giri attorno a noi, ma poi, quando lidea della morte cresce dentro di noi, cresciamo con essa, la certezza della morte personale ci umanizza, vale a dire ci trasforma da esseri viventi in esseri umani. Le piante e gli animali non sono mortali perché non sanno che moriranno: muoiono senza mai essere coscienti del vincolo individuale che ognuno di essi ha con la morte. Le bestie avvertono il pericolo, si rattristano nella malattia ma ignorano (o, meglio, sembrano ignorare?) il loro legame essenziale con la necessità della morte. Mortale non è la creatura che muore, bensì la creatura che sa con certezza che dovrà morire. Tuttavia, è la previsione della morte lelemento che, nel momento in cui ci rende mortali (cioè umani), ci trasforma anche in viventi. Tutti i compiti e gli impegni che ci prefiggiamo nella vita sono forme di resistenza alla morte, che sappiamo ineluttabile. La morte è un elemento naturale e luomo per difendersi da questo attacco della natura ha inventato la sua più grande opera darte, cioè la società umana. Le società umane sono macchine dellimmortalità, alle quali noi individui ci colleghiamo per ricevere scariche simboliche e vitalizzanti che ci consentono di combattere linnegabile minaccia della morte. Il gruppo sociale non può morire, a differenza degli individui. Non si tratta di scegliere fra natura e società, ma di riconoscere che la nostra natura è la società. Biologicamente siamo prodotti della natura ma umanamente siamo prodotti e produttori della società. Il luogo dove si uniscono queste miscele di mito e biologia, metafora e istinto, simbolo e chimica, è la città. La città è il viaggio, o meglio il viaggio che ognuno di noi intraprende quotidianamente insieme allaltro, non importa se ci troviamo di fronte a una città di carattere industriale o rurale, se è un villaggio africano fatto di fango e paglia o è una grande metropoli occidentale in acciaio e vetro. La città è simbolo della nostra storia e in un certo qual modo è simbolo della nostra immortalità. Camminare allinterno di una città significa trovarsi allinterno di uno spazio artificiale fatto di simboli, di riferimenti al desiderio umano, e alla lotta. La città è il luogo della grande comunicazione, in quanto è il luogo della diversità, la mattina le persone escono di casa e senza parlarsi si sono già dette tutto. È una comunicazione da simbiosi, che avviene in quanto esistono persone diverse e distinte in grado di rifiutarsi o accettarsi. Maggiore è la contaminazione culturale presente in una città, maggiore è la comunicazione simbiotica. La città determina atteggiamenti e comportamenti; in essa si inscrivono le nostre realtà individuali e collettive. Da questo la città emerge come un testo di lettura dove contenuto e contenitore sono inseparabili. Possiamo affermare che lapparente caos urbano delle città contemporanee non è disordine, bensì lespressione di un altro ordine, quello del nostro tempo, fatto di libero mercato e di speculazione. La città è il luogo della pluralità, della coesistenza e della simultaneità, è uno spazio artificiale, allinterno del quale è possibile viaggiare aggrappati ai propri ricordi (senza ibernare il passato), e arricchire il proprio presente con cose arrivate da fuori.
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