| SERGIO DALLA VAL psicanalista, cifrante, presidente dell'Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna
I NUOVI MEDIA DELL'ARTE, DELL'IMPRESA, DELLA FINANZA
Ma è proprio vero che il mezzo è il messaggio? Dopo che la logica, la linguistica, la semiotica sono confluite nelluniversalismo disciplinare, dopo che la psicanalisi angloamericana prima e quella francese poi si sono spente, piegate alle ideologie del XX secolo, perché la comunicazione dovrebbe ancora procedere dallunità e mirare allunificazione? Cè ancora bisogno del dualismo idealista forma/contenuto (Internet è neutro, tutto dipende dai contenuti) o della loro confluenza post-ideologica (Con i nuovi media, la scrittura è parola e la parola è scrittura)? Con la cifrematica, la scienza della parola originaria, il mezzo non è il messaggio, ma ciò senza cui non cè comunicazione: è la parola nel suo atto. La parola, con le sue logiche, è il mezzo con cui ciascuno si trova a pensare, a fare, a riuscire: a vivere e non a sopravvivere. Ma perché questo avvenga, perché le cose che si dicono, si fanno e si scrivono giungano a qualità occorre che nella parola ci sia lapertura originaria, che le cose procedano dal due, dalla questione aperta che mai unifica, non dallinterrogazione che fonda la risposta, come nel dialogo occidentale. Procedendo dal due anziché dal dialogo, il messaggio non giova allunità, allorigine, allidentità: corre lungo la dimenticanza che, nel racconto, custodisce la memoria. Il messaggio non esige i contenuti, ma lesperienza originaria che in questi trentanni la cifrematica, e in particolare la psicanalisi del secondo rinascimento, sta promuovendo in vari ambiti e in vari paesi, con un itinerario secondo la logica della parola. Con quali mezzi? Con che modi? Qual è la misura? Quale la medicina? Si tratta sempre delletimo med, la radice per eccellenza, quasi la pulsione scrive Armando Verdiglione. I nuovi media non sono le forme più avanzate della mnemotecnica e della mnemomacchina, non trovano la loro forza nel contare e nel risparmiare meglio il tempo, nellipotesi che questultimo possa finire. I mezzi della parola sono infiniti: se fossero finibili, sarebbe il regno della necessità morale, sociale, finale, cioè il luogo comune. Ciascuno fa per bisogno pulsionale, senza poter contare o risparmiare le forze per unamministrazione della sopravvivenza. I nuovi mezzi sono pulsionali, non biologici, non naturali. Hi-tech o biotech? Tecnologia come colmo della biologia? Telefono, giornali, video, computer, Internet non sono estensioni degli organi come primi utensili naturali. Sono utensili, non organici, non naturali; ma, come si avverte dagli articoli pubblicati in questo numero, lutensile non è neutro, ha la chance di divenire strutturale, di partecipare alla struttura, allindustria materiale delle cose nella loro trasformazione. Già da Leonardo lutensile non è per nulla utile, lo strumento non è per nulla strumentale. Internet è strumentale padronanza sulla parola, che comporti nuove dipendenze, e possa essere utile per nuovi liberatori? Un male necessario per larte, limpresa, la finanza, in un processo di estinzione del tempo a vantaggio della spazialità, del principio della necrofilia? È la fine della scrittura? Il medium è quel che sta nella struttura mentre dispone le cose a scriversi. E il testo in cui avanza la pulsione trova la sua rete (net) nella sintassi del godimento, la sua tela (web) nella frase in cui si effettua il sapere e il suo ipertesto nel pragma in cui la verità è il tono dellincontro, perché le cose sintendano in modo globale. Questa globalità viene dallapertura del pianeta, non dalla circolarità del mondo. Proprio la pulsione, con cui Freud indica la dualità, lassenza di monismo, non consente che la rete di cui si tratta in Internet costituisca la grammatica per lunica globalizzazione inammissibile, la comunicazione per unificazione, che porta alla mondializzazione. Lantiglobalizzazione di piazza non nega la mondializzazione, cui mira, ma il profitto, perpetuando lantico demonismo contro le sue vie, cioè larte, limpresa, la finanza. Globalizzatori e antiglobalizzatori credono al profitto sostanziale, che ogni valore finisca in finanza, e lì significhi. Mortalmente. Mentre alla finanza che non finisce, (cui allude nella sua inteervista in questo numero Elserino Piol), che giunge al profitto intellettuale e alla riuscita, possono contribuire la rete, la tela, il testo dellinformatica, cioè dellautomazione, dellinfinito della parola, che padre Roberto Busa, il fondatore dellinformatica linguistica, insegue. Particolarmente nella misura in cui, procedendo dal due della pulsione, dallapertura originaria della parola in assenza di sistemi unificanti, Internet partecipa di unaltra sintassi, in cui il simbolico non è il logo ma quel che risulta dalla sua inesistenza, non è laccesso, ma quel che indica la sua insituabilità. Internet non è il luogo della parola, non serve alla luogocomunicazione: i media sono nuovi perché e se la loro scrittura procede, nella sembianza e nel linguaggio, in assenza di unificazione e dunque esige lAltro, la differenza e la varietà, da sempre esclusi dal logo filosofico, dal dialogo e dalla dialettica, con i loro scontri ideologici e di piazza, sempre diretti, sempre mediati, sempre pronti al farmaco, sempre farmaco essi stessi. Farmaco contro lAltro, che con i nuovi media sinstaura con il fare e non è rappresentabile, salvo la neutralizzazione, lunificazione, lesclusione. Musica in MP3, banche on line, librerie elettroniche, gallerie darte multimediali, libri e giornali con accesso e diffusione gratuita: nuovi media per lavori e imprese differenti e varie, che comunicano per esigenze pragmatiche, nelloccorrenza, senza costituire un sistema. Con il digitale, cioè con la scrittura che procede per integrazione non per totalizzazione, la struttura dei muovi media comporta unaltra comunicazione, indiretta perché non ha più bisogno di mediazione, infinita perché non più rivolta allinterazione. Media non mediatici e non telepatici, media seguaci del tempo della parola con il suo taglio, fino a implicare una strategia con la sua piega: la comunicazione della città del secondo rinascimento è senza luogo comune, è linstaurazione dellAltro, dellospite, che trae i suoi dispositivi immunitari e di tolleranza a profitto di ciascuno.
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