| ROLANDO GUALERZI imprenditore, membro del direttivo di FITA, Cofindustria Emilia Romagna
TOMMASO D'AQUINO, BRAINWORKER MULTIMEDIALE
Vorrei affrontare il tema del libro di Padre Busa dallinizio. Un inizio che farei risalire a quel periodo tra il 1200 e il 1300, quando Tommaso dAquino, il primo lavoratore che oggi chiameremmo atipico, con contratto di lavoro coordinato e continuativo, nasce a Viterbo. Studia a Montecassino, si laurea a Napoli e poi va ad insegnare a Parigi. Dopo essere tornato in Italia per un breve periodo, va a Colonia. Comincia così a fare, mentre studia e scrive, quellopera sulla quale poi Padre Busa ha lavorato: in altri termini, dalla old economy di allora passa al terziario avanzato, permettendo poi nei secoli successivi che un signore che fabbricava, se non ricordo male, delle affettatrici, Watson, lo stesso che poi ha fondato lIBM, si trovasse di fronte a un altro grande giovane, per dir così, atipico, che era Padre Busa. Busa, non lavorando per unimpresa della old economy ma lui stesso intellettuale del terziario avanzato, era andato in America portando lì per la prima volta Tommaso dAquino. Questi, daltra parte, non era andato in America perché nel 1200 non era ancora stata scoperta, altrimenti ci sarebbe andato prima di Padre Busa e in questo modo avrebbe fondato, fatto crescere e aumentare quella che sarebbe stata poi lera di Internet. Ho provato a leggere, con molto interesse, la cronologia essenziale di Tommaso dAquino, il suo curriculum vitae, e ho concluso che, se oggi si presentasse nella mia azienda un signore con la sua esperienza, gli chiederei immediatamente di fare una partnership. Vediamo nel dettaglio questo curriculum: nasce nel castello di Roccasecca; nel 1225 viene educato presso il monastero di Montecassino; dal 36 al 39 studia allUniversità di Napoli, diviene domenicano a Napoli; dal 46 al 48 studia a Parigi; nel 48 è anche a Colonia con il maestro Alberto Magno; dal 50 al 56 compone il primo saggio De ente et essentia; nel 52 insegna come baccelliere a Parigi; nel 56 scrive il Commento alle sentenze di Pietro Lombardo, riceve la licenza di teologia, una specie di master di oggi, scrive il Commento al Vangelo di Matteo, è nominato maestro in teologia allUniversità di Parigi, rientra in Italia incaricato di redigere il Ratio studiorum dellordine domenicano; nel 64 è electo curiel e maestro a Orvieto e Viterbo; torna a Roma; nel 72 torna a insegnare Parigi; torna a Orvieto nel 64; nel 65 va a Roma; ritorna a Parigi nel 72 dove insegna ancora; ritorna nel 73 a Napoli dove insegna; partecipa al Concilio di Lione, invitato da Papa Gregorio IX; poi muore mentre è in viaggio per Lione. Allora, da un punto di vista imprenditoriale, siamo di fronte a un grande talento dellinformatica, (anche se lui non poteva chiamarla informatica) e, potremmo dire, del pensiero innovativo. Leggo nel libro di Padre Busa la testimonianza della sua fatica nel mettere insieme, alla fine degli anni 40 allIBM, queste schede perforate e le parole che lopera di Tommaso dAquino conteneva, perché vi erano ben undici lingue. Aggiungerei anche che la globalizzazione era presente in questo lavoratore atipico del 1200, perché nella sua opera, oltre al latino, vi erano lalbanese, larabo, laramaico, larmeno, il boemo, il catalano, lebraico, il finnico, il francese, il gaelico, il giorgiano, il greco classico, linglese antico e moderno, litaliano, il nabateo, il portoghese, il russo, lo spagnolo e il tedesco. Io mi occupo di terziario avanzato, dinnovazione, e ho spesso la possibilità dincontrare giovani studiosi e neolaureati che cominciano così a entrare nel mondo del lavoro. Sono davvero molto contento di ritrovare due curriculum, quello di Padre Busa e quello di Tommaso dAquino, di nuovo davanti agli occhi, perché sono stati gli anticipatori del nostro lavoro. Io li ringrazio perché se siamo qui è anche merito loro. | | |