Numero 12

La bella differenza
Quadrimestrale, Spedizione in abbonamento postale

EDITORE: Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna

Questo giornale convoca intellettuali, scrittori, scienziati, psicanalisti, imprenditori sulle questioni nodali del nostro tempo e pubblica gli esiti dei dibattiti a cui sono intervenuti in Emilia Romagna e altrove, per dare un apporto alla civiltà e al suo testo.
ARTURO MALAGOLI
Presidente di RAGGIO VERDE, Rubiera (RE)

LA CANAPA PER L'AMBIENTE

Intervista di Alessandra Pellacani

Raggio Verde oggi ha il merito di avere introdotto lo sfruttamento della canapa per produrre articoli di carta, e non solo, senza abbattere un albero. Com’è giunto a costituire la sua azienda?

A ventitre anni, grazie alla mia esperienza in una litografia, ebbi l’opportunità di aprire, con la collaborazione di un socio, la Italgraf, un’azienda che produce tutto ciò che occorre per la comunicazione: dalla carta intestata ai cartelloni pubblicitari ai cartelli vetrina ai cataloghi, articoli che fino a quel momento venivano prodotti nell’area di Milano. Avendo capito che il mercato chiedeva articoli particolari e belli, fin dall’inizio, con la Italgraf abbiamo conquistato la fiducia dei nostri clienti. Nel 1990, un viaggio in America, nelle città di New York, Los Angeles e San Francisco, mi fece capire quanto gli americani fossero all’avanguardia nel settore dell’ambiente e dell’ecologia e quanto ci fosse da fare in Italia. Ecco perché, al mio rientro, sentii il compito di fare qualcosa per il nostro ambiente, partendo dalla materia con cui lavoravo, la carta. In quegli anni, per produrre articoli ecologici, si poteva ricorrere soltanto alla carta riciclata e alla carta alga, ma era difficile reperire tutta la materia prima necessaria alla mia produzione. Così, mi venne l’idea di creare la mia cellulosa senza abbattere alberi. Conobbi a Milano una persona che aveva fatto studi approfonditi sulla fibra naturale della canapa, insieme ne ricostruimmo la storia e fondammo un consorzio, attivandoci nelle prime colture. In questo progetto entrò fin da subito lo stilista Giorgio Armani che vide nella canapa un’importante svolta per il suo settore.

Perché un imprenditore trasforma la sua azienda in funzione dell’ecologia?

Fare l’imprenditore non è solo una questione di profitto, ma un fatto sociale, un dovere. Noi dobbiamo lasciare un segnale positivo e lasciare questa terra come ce l’hanno consegnata i nostri genitori, i nostri nonni e altri prima di noi. Il terzo millennio si è aperto all’insegna dell’ecologia e dell’etica, perché senza etica non c’è ecologia, ma, prima ancora, è la cultura che consente la trasformazione delle nostre attività in funzione dell’ecologia.

A livello mondiale, quanto è recepita la cultura dell’ambiente?

L’America, è l’unico paese che non ha firmato il protocollo di Kyoto perché non lo riteneva congruo, destina il 17% del suo fatturato globale all’ambiente e all’ecologia. È una quota importante che contribuisce alla ricerca di materiali alternativi al petrolio e ad altri prodotti altamente inquinanti. Anche Francia, Germania, Belgio e altri paesi del nord Europa hanno recepito l’ecologia tanto da farne uno stile di vita, lo dimostra il fatto che le loro aziende municipalizzate sono in prima linea. In Italia, ci stiamo attrezzando e specialmente in Emilia Romagna troviamo la maggiore concentrazione di aziende del settore ecologico.

I vostri articoli di cartoleria, venduti nelle migliori librerie, sono molto belli e non hanno nulla da invidiare a quelli prodotti con la cellulosa ricavata dagli alberi. C’è una tendenza all’uso della canapa anche nel settore abbigliamento?

Esiste un rapporto di collaborazione con Giorgio Armani, il numero uno al mondo nel design. Armani ha creato uno stile che è riscontrabile anche nella sua produzione di jeanseria di canapa. Anche altre aziende importanti come Marzotto e Max Mara si stanno muovendo in questa direzione molto velocemente.

Nella produzione dei vostri articoli, utilizzate macchinari ecologicamente e tecnologicamente avanzati in linea con la vostra politica aziendale?

Siamo partiti con l’idea di acquisire macchinari da stampa completamente ecologici che non necessitano di acqua e di prodotti chimici. Usiamo inchiostri solo parzialmente ecologici a base d’acqua, perché attualmente non esiste un inchiostro al cento per cento naturale. I nostri macchinari sono a circuito chiuso e non emettono vapori nell’atmosfera. Gli stracci che usiamo per pulire le macchine dall’inchiostro sono recuperati da un’azienda specializzata nel settore. Siamo anche in attesa per il prossimo anno di essere certificati dalla Ecolabel, Società per la Certificazione Europea dell’Ecologia.

Raggio Verde collabora anche con istituti o enti che aiutano persone in difficoltà?

Il parroco di Rubiera, che aiutava e recuperava ragazzi con problemi di droga e d’inserimento sociale, mi fece notare che anche noi avremmo potuto contribuire a questa missione. Dato che produciamo oggetti lavorati artigianalmente, abbiamo chiesto loro una collaborazione. Abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere, tramite Armani, il carcere di San Vittore a Milano e a Viadana abbiamo anche una collaborazione con un centro di accoglienza per persone portatrici di handicap. Gli articoli prodotti da queste persone sono confezionati al meglio, ma, a parte questo, considero un impegno sociale dare loro un lavoro e una retribuzione contrattuale.