Numero 6 - IL VIAGGIO INTELLETTUALE
Le radici dell'Europa e la città planetaria
Quadrimestrale, Spedizione in abbonamento postale

EDITORE: Associazione Culturale Progetto Emilia Romagna

Questo giornale convoca intellettuali, scrittori, scienziati, psicanalisti, imprenditori sulle questioni nodali del nostro tempo e pubblica gli esiti dei dibattiti a cui sono intervenuti in Emilia Romagna e altrove, per dare un apporto alla civiltà e al suo testo.
RUGGERO MONTANARI
Coordinatore del Polo vivaistico Ca' de' Fabbri, Bologna

L'AMMINISTRAZIONE E IL VERDE PUBBLICO

Intervista di Pasquale Petrocelli

Nel numero scorso di questa rivista, “La cura della città”, è apparsa una sua intervista dal titolo L’albero, l’aria della città, in cui illustrava l’apporto dell’albero nella lotta contro l’inquinamento dell’aria.


La città, anzitutto, è dei cittadini. E sono sempre di più i cittadini che, quando comprano un’abitazione, la vogliono in una zona con verde pubblico attrezzato, un verde che non sia solo alberi e prato.

Ma lei vende alberi!

Sì, le aziende vivaistiche di Ca’ de’ Fabbri, tra cui la nostra — Amedeo Montanari — ormai da decenni si presentano sul mercato internazionale e interno con la produzione e vendita di alberi di altissima qualità raggiunta anche grazie alle richieste sempre più esigenti dei clienti. Ma ascoltando la gente si sente anche la necessità di uno spazio verde attrezzato con i giochi per i bambini e un chiosco dove poter consumare una bibita o un gelato. Non tutti ma, nelle fasce medie, sono tanti i cittadini disposti a spendere anche diversi milioni in più per una casa e andare ad abitare anche più lontano, purché nei momenti liberi possano godere dell’aria aperta, di uno spazio verde che dia la sensazione di una forma di riposo, un’occasione per la riflessione e per lo svago. Pensi che il Polo vivaistico di Ca’ de’ Fabbri si è persino offerto di donare una certa quantità di alberi nell’eventualità che il nostro Comune, Minerbio, si decidesse a costruire un ampio spazio verde attrezzato per la cittadinanza. Ne stiamo parlando già da tempo.

C’è qualche progetto novità delle vostre aziende?

Stiamo discutendo sempre con il Comune la nostra proposta d’introdurre zone verdi disinquinanti in ambito industriale. Il Comune è d’accordo per un progetto pilota.

In che cosa consiste questo progetto?

Per disinquinare l’aria e le falde acquifere, come tutti sanno, occorrono gli alberi. Ebbene, il Comune di Minerbio ha commissionato uno studio all’Università di Bologna per trovare quali tipi di piante siano necessarie per dissolvere le particolari polveri presenti nella nostra zona industriale. Noi, come Polo vivaistico, forniremmo, non gratuitamente stavolta, gli alberi per questo progetto pilota che vuole essere d’esempio per gli insediamenti industriali futuri e anche per altri comuni.

A che punto siete?

Stiamo valutando l’aspetto commerciale dell’operazione. È curioso che sia il centro-destra sia il centro-sinistra hanno detto che vogliono tenere in considerazione il Polo vivaistico di Ca’ de’ Fabbri e, lì dove è possibile, cercare d’incrementarlo, visto che è qui da cent’anni, servendosene e aiutandolo a crescere. Ed è giustissimo che un Comune faccia crescere, non con tangenti ma offrendo opportunità di lavoro, le imprese locali, perché è un bene anche per il Comune stesso. Anche se per il progetto pilota vorrebbe farci assumere tutte le spese degli alberi e questo secondo me non è un aiuto al vivaismo. Abbiamo proposto invece che gli industriali della zona assumano, tra le spese per esercitare la loro attività, anche quelle relative alla realizzazione dei polmoni verdi che servono poi a eliminare le polveri inquinanti che la loro attività immette nell’aria. Il Comune deve introdurre normative che impongano agli insediamenti industriali una quota per il verde disinquinante. Questo non è un ragionamento di parte, sono normative che in Europa già esistono. Noi cosa stiamo aspettando?
La gente oggi ha delle esigenze rispetto all’ambiente e non si può continuare a fare come si faceva vent’anni fa. Adesso, quando si fa una lottizzazione, occorre farla con il verde. Non c’è alternativa. Non voglio essere polemico, ma se poniamo al centro della questione il cittadino, non credo che il Comune sbagli ad imporre il polmone verde alle industrie che inquinano e a mantenere poi questo spazio pubblico a vantaggio della cittadinanza, non solo per l’aria che disinquina, ma anche come spazio verde usufruibile. Da parte nostra, per il progetto pilota, se una pianta costa 100 la venderemo a 80.

Il presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Aurelio Misiti, nel suo libro Il viaggio dell’avvenire (Spirali, 2000), dice che l’orientamento rispetto al problema dell’inquinamento è principalmente quello diretto verso la ricerca, la scienza e la tecnologia come strumenti per ridurlo. Giungendo presto a nuove forme di energia cambieranno sia le automobili sia le industrie.

Il verde e gli alberi non hanno solo una funzione disinquinante, che è semmai un valore aggiunto. Dove ci sono spazi verdi, è ormai certo, la qualità della vita dei cittadini è migliore.
Ed è pur vero poi che almeno per i prossimi venti o trent’anni i motori a scoppio continueranno a esserci.
Occorre assolutamente sensibilizzare gli amministratori pubblici affinché la spesa sul verde dei capitolati edili venga portata almeno ai parametri europei: 6-10% dell’impianto totale, contro il nostro attuale 0,5-1%. Siamo molto indietro. Quando poi arriveremo all’energia pulita, allora il verde continuerà nella sua funzione di rendere più decorosa e qualitativamente migliore la vita dei cittadini.