DOMENICO PILOLLIDirettore generale AIMAG S.p.A. (Mirandola)
L'AMBIENTE COME MISSIONE
Intervista di Anna Spadafora
Che cosa fa in direzione dello sviluppo sostenibile una multiutility come AIMAG, da molti anni impegnata in diverse attività legate all’ambiente?
La nostra impresa ha una particolare attenzione verso l’ambiente, anche perché per noi l’ambiente non è soltanto il contesto, ma l’oggetto principale dell’attività, è parte integrante della nostra missione. Ogni realtà aziendale è tenuta ad operare nel rispetto delle norme, ma noi dobbiamo fare qualcosa di più. Tutte le nostre attività hanno una stretta interrelazione con l’ambiente e sono caratterizzate dalla necessità non soltanto di salvaguardare l’ambiente, ma anche di contribuire alla sua migliore conservazione. Riteniamo quindi di poter essere una delle componenti del sistema socio economico che può contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile.
E quali sono le attività in cui si esprime il vostro contributo?
In tutte le nostre attività, dalla gestione del ciclo idrico integrato, ai servizi d’igiene ambientale, al gas, operiamo su due piani, quello dell’approccio culturale e quello delle azioni concrete. Oltre a diffondere la cultura dell’ambiente all’interno dell’azienda, dobbiamo curare l’educazione del cittadino. La sensibilizzazione dei dipendenti è un fatto che possiamo dare per acquisito, mentre verso l’esterno svolgiamo un’attività di comunicazione con particolare attenzione verso le scuole, per esempio con le visite guidate , per diffondere la cultura ambientale e del risparmio. Nel caso dell’acqua, dobbiamo ridurre al minimo le dispersioni, tenere sotto controllo la disponibilità della risorsa e gestire tutti gli impianti col minimo dispendio di energia. La depurazione, poi, dev’essere curata in modo non soltanto da rispettare le norme, ma ottimizzando i processi per ottenere il massimo risultato in termini di riduzione dell’impatto ambientale; in particolare, cercare di giungere attraverso i nostri trattamenti a dei prodotti, per esempio i fanghi, che siano utilizzabili in agricoltura. Quindi, anche nella depurazione, c’è un ciclo che si chiude. Cerchiamo di diffondere la cultura del riciclo in tutti i campi. Sempre nella depurazione, per esempio, attraverso l’acquedotto industriale, otteniamo il riutilizzo delle acque depurate negli usi industriali. Ma la cultura del “non buttar via” è molto trasversale e, in particolare nel campo dell’igiene ambientale, cioè nei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento, miriamo a passare dallo smaltimento al recupero. Per ridurre le quantità che vengono smaltite in discarica occorre puntare sulla raccolta differenziata, ma il successo della raccolta differenziata è basato molto sulla sensibilizzazione dei cittadini, sul fatto che i cittadini si rendano conto che non si tratta di un “favore” da rendere all’azienda, ma di un dovere per l’ambiente. La raccolta differenziata è stata costantemente promossa e, infatti, i risultati sono buoni, siamo arrivati recentemente intorno al 38%, una quota fra le più elevate della nostra regione. Oltre alle componenti classiche vetro, carta, cartone che fanno capo a filiere nazionali di riciclo, stiamo spingendo la raccolta dell’organico che porta a utilizzare il nostro impianto di compostaggio di Fossoli, a Carpi, uno degli impianti leader a livello nazionale. Dall’organico che deriva dalla raccolta differenziata si può produrre un compost di qualità che può essere utilizzato in agricoltura. Addirittura, abbiamo avuto la soddisfazione di vedere utilizzare il nostro compost nell’agricoltura biologica.
Il massimo di valorizzazione del lavoro…
Sempre nel riuso, siamo soci di maggioranza del TRED Carpi, una società che ha lo scopo di riciclare gli elettrodomestici dismessi. Inizialmente, trattava solo i cosiddetti “bianchi” (frigoriferi, lavatrici, ecc.), poi è passata anche ai televisori, ai telefonini, ai computer, che vengono smontati per ricavarne tutto ciò che è riutilizzabile. Comunque, anche le discariche devono essere gestite in modo da ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e in modo da pensare al futuro, perché una discarica ha una vita, che va dai dieci ai quindici anni, e poi va chiusa. Ma anche dopo essere stata chiusa va gestita, per restituire all’ambiente un’area che può essere messa a disposizione dei cittadini come parco pubblico. A livello organizzativo, inoltre, da tempo lavoriamo sul piano dei sistemi di gestione in qualità e abbiamo cercato di realizzare un’integrazione fra sistema qualità, sistemi di sicurezza e sistemi ambientali. Quindi, oggi abbiamo un sistema aziendale qualità-ambiente-sicurezza. Abbiamo voluto dare evidenza a questa attenzione complessiva con un documento, il Rapporto di sostenibilità di AIMAG, che tende a coniugare il cosiddetto bilancio sociale con il bilancio ambientale. L’abbiamo articolato in sezioni, una delle quali è dedicata alla “responsabilità ambientale”. È una responsabilità che avvertiamo molto e che cerchiamo di esercitare in tutti i modi possibili, compreso quello di fare comunicazione. Di recente, ad esempio, abbiamo pubblicato e stiamo diffondendo un opuscolo sulla raccolta differenziata, in molte lingue, compresi l’arabo e il cinese, perché, vista la presenza di cittadini di diverse culture, se non comunichiamo nella loro lingua, rischiamo di non avere i risultati sperati.
Il vostro esempio è indicativo di una cultura del servizio che non sempre è diffusa…
Un misto di cultura del servizio, cultura ambientale e cultura d’impresa, che viene anche dalla tradizione di azienda pubblica. È chiaro che tra i nostri obiettivi oggi più che in passato c’è il profitto, però non è l’unico. Del resto, è il concetto che sta alla base dello sviluppo sostenibile, uno sviluppo che si può sostenere nel tempo. Se invece bruciamo le risorse perché pensiamo con un’ottica di pochi anni, di breve respiro, senza interesse per le generazioni future, arriva un momento in cui lo sviluppo deve fermarsi, diventa insostenibile. Sono queste le convinzioni che ci hanno portato a pubblicare il Rapporto di sostenibilità.
Raccontare è sempre un modo per invitare altri a fare altrettanto…
Certamente, ma serve anche a uso interno, perché, come nella contabilità economica il controllo di gestione serve per guidare l’azione di tutti i giorni, lo stesso dovrebbe valere per il bilancio e la “contabilità” ambientale: se ci si accorge che le cose non vanno come dovrebbero andare, si mettono in atto le azioni correttive. Ma con ciò si entra un po’ nel futuribile, in questa direzione c’è ancora molto lavoro da fare.