ANNA SPADAFORA
Psicanalista, responsabile artistico dell'Associazione Il Secondo Rinascimento di Bologna
COME DIVENIRE ARTISTA
Sangue blu. Questione di genealogia o di scrittura? Dipende dalla traccia, dalla memoria e dalla trasmissione. Sangue blu linchiostro con cui listeria non scrive, salvo tradirsi. Oppure il bollo, marchio di garanzia, in assenza del quale il discorso ossessivo si ritiene libero di tradire.
Per divenire artista occorre forse rispettare o trasgredire una tradizione? Edipo diviene artista senza situarsi rispetto al tradimento di una presunta genealogia. Ignora il parricidio e la sessualità, anche se il suo itinerario, di cui il cammino artistico è un aspetto, ha due facce: il parricidio e la sessualità. Edipo diviene artista in quanto caso, in cui il destino è quello della pulsione e la vicenda è quella della gloria.
Lamore e lodio, intransitivi, come potrebbero far avanzare o arrestare il viaggio? Soltanto se il figlio potesse abbandonare o essere abbandonato, o addirittura abbandonarsi. Allora, ecco che, indugiando nel tempo del sintomo, listeria abbandona ogni cosa che incomincia, mentre il discorso ossessivo abbandona ogni cosa ancora prima di incominciarla, indugiando nel tempo dellimpasse. Dimissione e rinuncia, contornate da passione e risentimento, invano, cercano di sostituire la pulsione. Edipo riesce dove listeria fallisce, scrive Armando Verdiglione nel libro La peste, e così diviene artista.
Sangue blu quello di Edipo piede gonfio. Ma della famiglia non cè traccia che non sia quella dellinterdizione linguistica e non cè memoria che non sia quella che si struttura nel racconto, lungo la dimenticanza.
Per divenire artista occorre forse cancellare il proprio passato o la propria presunta origine? Nella psicanalisi come aspetto dellesperienza cifrematica, ciascun ricordo può entrare nella conversazione come pretesto per instaurare un dispositivo di parola e di comunicazione, anziché restare tale o addirittura concorrere a formare una coscienza di presunti limiti soggettivi. Lungo una memoria che si struttura dalla dimenticanza, il dispositivo del racconto con la cifrematica diviene dispositivo del fare e della scrittura e in nessun modo può costituire una genealogia. Ecco perché, maestro e allievo, lungi dal fondare una coppia cioè un accomodamento che miri a compensare le reciproche presunte mancanze , sono statuti della parola. Modello base della psicoterapia, la coppia giustifica la propria esistenza sulla pretesa di assistere al caso patologico: le rappresentazioni dellAltro nel drogato o nellalcolizzato, nellanoressica o nella bulimica, nel folle o nel depresso, di volta in volta, devono servire a far sì che i due si rincorrano in uneconomia circolare. Ecco perché il dispositivo di parola è essenziale al cammino artistico. Quale cammino ci sarebbe, infatti, se maestro e allievo fossero due partner della coppia Prometeo-Epimeteo? Il maestro esiste in un dispositivo in cui, come nella bottega rinascimentale, le cose si fanno secondo loccorrenza e non secondo il rispetto di ruoli, competenze e specializzazioni. Nel dispostitivo cifrematico, il maestro stesso si mette in gioco e trova il modo del fare facendo, anziché mirando alla conduzione delle cose ai principi di unità, identità, non contraddizione e terzo escluso. Soltanto così diviene caso di qualità e lascia che altri, che si accostano allesperienza, lo divengano.
Il discorso occidentale ha da sempre cercato di recuperare larte così come tutto ciò che non funziona allinterno di casistiche. E curiosamente le donne, come gli artisti, dovevano rappresentare il negativo da economizzare, lanomalia del genere umano, il caso in cui il debordamento della genealogia, nella nominazione, era ritenuto difetto nel funzionamento.
Come Edipo, lo psicanalista avverte che il nome esiste nella funzione e nel bordo, lungi dal fondare unappartenenza; è un significante rimosso che funziona adiacente a un altro significante. Vano cercare di circoscriverlo o di assegnare a esso un confine. Il debordamento, con cui sinaugura il cammino artistico, è causato dalla follia del sembiante, follia come contrappunto dello stile. E il narcisismo è il cammino dellidentificazione dal sembiante alla cifra.
Il discorso occidentale si è affannato per cercare di spiegare larte, di giustificarla, di condurla ai suoi principi. Per questo il critico darte diventa spesso come il filosofo della repubblica di Platone, colui che deve condurre la follia, che è delloggetto, a una variante funzionale al sistema di pensiero e alla genealogia politica e sociale, magari indicando al collezionista la direzione del suo investimento e allartista la produzione più conforme allepoca.
Eppure, proprio larte ci costringe a constatare che la parola e le cose non si lasciano padroneggiare. Nessun progresso e nessuna evoluzione nellarte, ma svolgimento, attraverso la pratica nel dispositivo in cui dalla difficoltà si giunge alla semplicità e in cui lAltro, irrappresentabile, è ammesso.