THOMAS SZASZ
Medico, psichiatria, docente di Psichiatria alla Syracuse UniversityLA MALATTIA MENTALE: UN'ABERRAZIONE DELLA SCIENZA MODERNA
Intervista di Sergio Dalla Val
Perché lei dice che la malattia mentale non esiste?
Dobbiamo risalire alla moderna definizione materialista di malattia. La malattia può colpire soltanto i materiali, le sostanze, le entità come le piante, gli animali o il corpo umano, non una persona o la mente. Per questo motivo, dico che è una metafora. La malattia mentale è come quella che nell’economia si chiama depressione, quella da cui scaturisce la disoccupazione. Quindi, è una metafora, non una sostanza.
Lei dunque non pensa che si tratti di curare la depressione o lo stress?
Un momento. Così come occorre chiarire che cosa intendiamo con il termine malattia, dobbiamo chiarire che cosa intendiamo con il termine cura. Il significato letterale di cura in medicina è quello di trattamento di un corpo malato: se una persona non si sente bene può prendere un farmaco che la faccia stare meglio. Anche una persona che non si sente felice può prendere una droga e stare meglio, ma questo non è un trattamento, è soltanto un aiuto. Non dimentichiamo che nello slang americano c’è un’espressione usata dai gangster: “Trattare la pelle” di qualcuno, per dire che bisogna ucciderlo; o anche “Facciamogli il trattamento”, che allude sempre all’omicidio di una persona. È una metafora, come la malattia. Non dobbiamo essere schiavi della lingua, dobbiamo leggere fra le righe.
È vero che le droghe e i farmaci fanno sentire meglio le persone. Nell’antichità era diffuso l’uso di sostanze perché fanno sentire meglio. In questi termini, il problema non sussiste. Ma il problema è politico ancora una volta: perché dovrebbe essere un nostro diritto quello di assumere sostanze? E perché invece non esiste una legge che impedisce la lettura di libri? Oggi è normale leggere tutti i libri che vogliamo, ma un tempo c’era la censura, era normale che ci fosse un indice dei libri proibiti. All’epoca, quando c’era un indice dei libri proibiti, non c’era invece una legge che proibiva la droga. Oggi, i libri non sono proibiti mentre la droga sì. E si dice che abbiamo una libertà maggiore che in passato. Ma questa non è una libertà maggiore.
Che cosa pensa del “politically correct”?
È un modo per controllare la gente. Controllare la gente è ciò a cui è interessata la società, la società controlla sempre, vuole controllare. Che cosa succede nella famiglia stessa? I genitori controllano i figli.
Anche attraverso il controllo psichiatrico?
È la stessa cosa, esattamente la stessa. E non è peggiore soltanto perché non c’è la violenza legalizzata. Ma è una stigmatizzazione senza violenza, senza imprigionamento, come la stigmatizzazione del “politically correct”.
Il modo in cui, specialmente nel XX secolo, è costruito il mondo ha a che fare con la libertà. Che cos’è la libertà? È anzitutto non subire restrizioni o limitazioni fisiche. Tradizionalmente, chi poneva dei limiti? La gente non è mai stata libera. In Iran ancora oggi una donna non può mostrare il viso in pubblico. Ancora oggi ci sono bambini schiavi, nemici sconfitti in guerra, campi di concentramento, campi di battaglia e, d’altra parte, criminali definiti malati di mente. La malattia mentale è qualcosa di nuovo, non c’era ai tempi di Shakespeare o nella Roma antica o in Grecia. Socrate non conosceva la malattia mentale. Il concetto di malattia mentale è il frutto della rivoluzione francese, con Pinel ed Esquirol. È un’aberrazione della scienza moderna. La psichiatria è il braccio armato dello stato, dello stato moderno. Il “braccio sanitario” del moderno stato tirannico.