La Città del Secondo Rinascimento

Numero 26 - Le donne, l'arte, la scrittura

Daniele Sitta
assessore all'Urbanistica del Comune di Modena

ESEMPI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

Quali sono i progetti in tema di riqualificazione urbana che l’Assessorato alla Programmazione e gestione del territorio sta affrontando in questo momento?

Con l’approvazione del Piano della sosta e l’elaborazione del 3° rapporto sul Centro storico, si sono create le condizioni per affrontare il tema della qualificazione e rivitalizzazione di alcune importanti piazze del centro storico.

La decisione di eliminare i parcheggi in superficie di piazza Roma e piazza Sant’Agostino, che verranno sostituiti dal nuovo grande parcheggio interrato del Novi Sad e dal servizio navetta per il centro storico, ha finalmente reso possibile ripensare le funzioni e riprogettare due luoghi di straordinaria importanza storica, culturale e architettonica.

Un’opportunità irripetibile per un disegno più generale di valorizzazione dell’intero sistema degli spazi pubblici. Dunque, insieme a piazza Roma e piazza Sant’Agostino, vogliamo ragionare di piazza Mazzini, di piazza XX Settembre e di piazza Matteotti. Cinque piazze nel cuore della città, per ognuna delle quali, intorno alla centralità di piazza Grande, va ricercata una migliore definizione.

Partendo dalle piazze più importanti, piazza Roma e piazza Sant’Agostino, quali sono i progetti?

Una volta liberata dalle auto, piazza Roma avrà una rilevanza tale da richiedere un approfondimento attento, non risolvibile probabilmente solo con sistemi di pavimentazione, arredo, o condizioni di fruibilità date da nuovi esercizi pubblici. In effetti, la sua rilevanza storica è sottolineata dal recente ritrovamento delle mura romane, che costituisce un sito archeologico visitabile, e dalla presenza dell’Accademia Militare – che ha sede nel Palazzo Ducale – che da alcuni anni ha instaurato un proficuo rapporto con la città. La chiave della valorizzazione di questo spazio risiede proprio nella ricerca di un legame sempre più stretto tra la piazza e l’Accademia, binomio inscindibile che potrebbe attuarsi concretamente in momenti d’uscita dei militari e di parate equestri, che potrebbero divenire così un evento permanente unico e di sicuro richiamo turistico.

Piazza Sant’Agostino, invece, diventerà il “salotto culturale” della città, poiché si pensa di ampliare gli spazi espositivi museali, della Galleria Estense, delle Biblioteche Estense e Poletti, e di creare uno spazio dedicato alle mostre temporanee e una fornita mediateca, rivolta particolarmente agli studenti universitari. In questo modo si riporterà largo Sant’Agostino al rango di piazza, così com’è stata fino ai primi del novecento, quando fu abbattuto l’edificio che ne costituiva la quinta e l’ingresso dalla via Emilia Ovest. La proposta progettuale redatta recentemente dall’architetto Guido Canali, grazie al contributo di Confindustria, affronta, in modo sobrio, quasi “silenzioso”, il tema del riuso del patrimonio architettonico storico e delle possibili soluzioni per ripensare lo spazio esterno di piazza Sant’Agostino, non più come luogo di passaggio e di parcheggio, ma come spazio recuperato alla città culturale, anche da ridefinire nei suoi bordi aperti verso la città fuori dalle mura. D’altronde, anche il progetto, purtroppo non realizzato, di Frank Ghery, al di là della soluzione scenografica proposta, si cimentava con la necessità di ridare il quarto lato mancante alla piazza.

Quindi, una trasformazione che consentirà anche di vivere i monumenti delle nostre piazze, di valorizzarli, dando loro il rilievo che meritano. E per le piazze di più recente costruzione che cosa è stato pensato?

In piazza Mazzini, per esempio, sono presenti immobili di pregio architettonico che ospitano attività commerciali di buon livello e la struttura della Sinagoga, la cui bellezza purtroppo è resa poco visibile a chi percorre via Emilia, a causa della folta vegetazione, non del tutto collocata in modo razionale. Per questo l’area verde sarà riprogettata, in modo da divenire più ordinata e accogliente e, possibilmente, meno invasiva per la prospettiva architettonica. Un altro problema che verrà risolto è quello dell’ex diurno, da tempo in disuso, che verrà trasformato in punto d’informazione e assistenza turistica, sia per ragioni strategiche sia per un primo impatto con la città attraverso una significativa testimonianza storica.

Anche piazza XX Settembre rappresenta uno spazio importante e discusso: è risaputo che l’amministrazione comunale ha deciso di liberare la piazza dai chioschi per poter utilizzarla per eventi culturali e spettacoli. Entro il 2009, dovrebbero iniziare i lavori di qualificazione e, già nel 2008, si dovrà passare alla progettazione esecutiva, che vedrà la nuova piazza comprendere funzioni culturali, ricreative e di aggregazione, oltre che attività commerciali.

Infine, piazza Matteotti, la più recente del nostro centro storico, sarà destinata a diventare la piazza “dei bambini e delle bambine”. In coerenza con quanto già si è fatto – la presenza nella piazza di Momo – e il riconoscimento che la stessa Unicef ha recentemente riservato alla città con l’attribuzione del titolo “Modena, città delle bambine e dei bambini”, vogliamo rispondere alla sollecitata esigenza di creare in pieno centro storico un luogo “adatto” a e per i bambini, punto di riferimento per le famiglie, che si caratterizzi per quella parte di “fantastico” e di “sogno” che la sua destinazione richiede per farne un luogo “unico”. L’intervento in quest’area sarà leggero, ma necessario, a meno che qualcuno non ponga vincoli volti a ingessarne lo stato attuale, bloccando di fatto le innovazioni di cui saranno oggetto i suoi edifici.

Oltre che all’architetto Canali, a chi avete pensato di chiedere un contributo progettuale per la reinvenzione delle piazze più importanti?

Proprio perché sono tre piazze importanti – piazza Roma, piazza Mazzini e Piazza Matteotti – per le quali occorre un contributo progettuale alto, che sappia caratterizzare gli aspetti peculiari di ciascuno di questi spazi e renderli riconoscibili, abbiamo chiesto la disponibilità a una delle più prestigiose firme dell’architettura internazionale, l’architetto Mario Botta, per la sua riconosciuta originale ricerca stilistica fatta di pietra, di luce e ragione, ma soprattutto per la sua attenzione ai luoghi e al fatto che i segni dell’architettura siano attinenti all’architettura del luogo stesso.

Cinque piazze, dunque, sulle quali abbiamo l’opportunità di avviare nella città e con la città un confronto stimolante, affascinante e proficuo, che porti il Consiglio comunale, entro questa legislatura, ad assumere le decisioni conclusive, politiche e progettuali, che consentano di trasformare i nostri indirizzi in opere che qualifichino e valorizzino luoghi straordinari del nostro centro storico, lasciando un segno delicato, ma significativo e riconoscibile, anche del nostro secolo.