Numero 14 - L'impresa, l'avventura e il rischio
Ilario Pietri
presidente della A.B.C. Bilance s.r.l.
ARTE E INVENZIONE DELLA BILANCIA
intervista di Angela Sforza
Da quanto tempo lavora nel settore delle bilance?
Dal 1962. Ho iniziato a lavorare come aiuto magazziniere in una grande azienda di Campogalliano, dove poi ho svolto varie mansioni fino al momento in cui mi sono occupato dell’assistenza tecnica, non solo in Italia, ma anche nei paesi arabi, in Turchia, in Libia, in Algeria, in Bulgaria, in Francia.
Come ha deciso di aprire un’azienda sua?
La decisione di aprire un’azienda nostra è venuta nel momento in cui l’azienda per cui lavoravo, la Crotti Bilance, era entrata in difficoltà. Mi sono licenziato, confortato anche dal fatto che mia moglie Graziella Bellotti, ora vice presidente della nostra azienda aveva un’attività di maglieria a cui avrei dato una mano. Ma non ho mai smesso di pensare che avrei proseguito nel mio lavoro.
Nel 1987, abbiamo fondato l’A.B.C. Bilance e, nel periodo estivo, i miei figli, nonostante fossero piccoli, venivano già a lavorare con me. Quando il più grande ha terminato la scuola, è venuto a lavorare a pieno regime. È stato uno dei momenti più belli, non facevamo che andare dai clienti insieme, lavorare insieme, chilometri a non finire. In quel periodo abbiamo cominciato a crescere e a sentirci più forti. Quando ha iniziato anche il secondo figlio, mi è sembrato di toccare il cielo con un dito, perché è arrivato con idee innovative, che abbiamo attuato. Forse però abbiamo fatto un po’ troppo e ci siamo trovati in difficoltà. A quel punto, lui è tornato a scuola, ha fatto l’università e si è laureato. Poi sembrava che gli stesse stretta non solo l’Emilia, ma addirittura l’Italia, quindi ha fatto i suoi viaggi all’estero, in giro per il mondo. Ora è tornato, spero, perché crede ancora nell’azienda. Certo, c’è un po’ meno entusiasmo di quei giorni, forse anche per l’età, ma anche perché oggi viviamo tempi difficili, nonostante la nostra attività serva tutti i settori, dalla chimica, alla ceramica, all’agricoltura. L’unico settore che va ancora bene è quello di chi ha il monopolio dei propri strumenti, come per esempio il settore delle automobili, in cui, per non perdere la garanzia occorre fare il tagliando nelle officine autorizzate, le quali hanno strumenti che rendono valida la garanzia. Lì costa tutto il doppio, così, loro si salvano.
Quali prodotti fornite al settore automobilistico?
Forniamo le piattaforme pesa ruote, in particolare dove occorre effettuare una seconda revisione, dopo avere effettuato modifiche strutturali, ad esempio, di camper o furgoni con strutture personalizzate. Vengono messe sotto le ruote per tarare le automobili, anche nella Formula 1. Le piattaforme vengono usate anche per pesare altri articoli, come i rulli di lamiera. Noi forniamo tutti i tipi di strumenti di pesatura e quelli che non produciamo direttamente li commercializziamo.
Quali sono stati in questi anni gli avanzamenti tecnologici nel settore e nella vostra azienda?
Quando ho iniziato, nel lontano 1987, si lavorava ancora con bilance meccaniche, ma c’era già un’evoluzione, dal 1980, infatti, si cominciava a rendere le bilance elettroniche. Poi, man mano ha incominciato a aumentare la richiesta di automatizzare le bilance elettroniche. Nel frattempo è arrivato mio figlio più grande, che aveva una particolare predisposizione per l’elettronica, ha preso in mano tutto lui e c’è stato un grosso salto di qualità. Oggi ormai il meccanico non si fa più, costerebbe troppo.
Oggi chi vale nell’elettronica vale per i pezzi di ricambio e qualcuno li sta monopolizzando, vende sul mercato a prezzi ridottissimi e, dove c’è la concorrenza, anche sotto costo, poi col tempo, un’azienda leader nel settore riesce, con l’assistenza, a guadagnare quello che non ha preso prima.
In questa trasformazione verso l’innovazione tecnologica avete anche depositato dei brevetti?
Sì, in particolare, siamo noti e apprezzati da molti clienti per avere inventato il sistema elettronico brevettato per la taratura degli impianti di dosaggio.
In che cosa consiste questa invenzione?
Se per esempio devo tarare un tavolo, devo metterci sopra delle masse campione e portarlo a quattro, cinque metri di altezza. Spostare quasi tutti i giorni cinquanta pesi da venti chili, caricarli e scaricarli, distrugge fisicamente. Allora abbiamo inventato un sistema per cui si attacca sotto uno strumento, che a sua volta è attaccato al pavimento. Lo strumento serve a simulare, attraverso l’interruzione della trazione, il valore del peso corrispondente all’intensità della trazione stessa. Con questo sistema riusciamo a provare gli impianti come se fossero una bilancia, riusciamo a fare prove che non sono mai state possibili prima. Ai clienti servono i nostri strumenti per impianti di dosaggio di qualsiasi genere, dall’impianto di dosaggio per il cemento a quello che compone il nero per gli asfalti stradali a quello che dosa le colle e i collanti. Si evita la fatica e il pericolo di andare in alto. Oggi, grazie a questo sistema, le prove raggiungono una precisione che neanche i pesi campione possono dare.
Voi fornite anche i servizi connessi ai prodotti?
Ogni bilancia che viene venduta, ogni sistema che viene installato, esigono pratiche burocratiche, lavorazioni accessorie, licenze, documentazioni per la qualità, per l’omologazione, che richiedono tanti servizi accessori da parte nostra. Spesso i clienti hanno bisogno anche dell’omologazione dell’Ufficio Metrico.
Noi diamo tutti i servizi che vanno dal controllo qualità alla verificazione periodica legata alla metrologia legale, abbiamo cinquantamila chili di masse campione, tarate e parte delle stesse certificate SIT, oltre al sistema elettronico brevettato per la taratura degli impianti di dosaggio.