La Città del Secondo Rinascimento

Numero 18 - Il cervello dell'impresa

Alberto Mantovani
presidente della Camera di Commercio di Modena

INTERNAZIONALIZZARE E VALORIZZARE

Nel mio intervento risponderò in particolare al quesito che mi è stato posto quando sono stato convocato a questo forum (Brainworking. Il cervello dell’impresa, Confindustria Modena, 25 novembre 2005): in che modo la Camera di Commercio di Modena dà un apporto all’internazionalizzazione delle imprese della provincia e alla valorizzazione dei prodotti locali.

In una recente trasmissione radiofonica, il dottor Salza, presidente del San Paolo Imi, già presidente della Camera di Commercio di Torino, diceva che noi siamo di fronte a due problemi – la Cina e l’euro –, ma non possiamo fare nient’altro che adattarci alla situazione. Mentre, come imprenditori e come banchieri, c’è qualcosa che possiamo fare: cercare di accrescere la dimensione delle nostre imprese, perché è improponibile concorrere a livello internazionale con la dimensione delle imprese italiane. Il nostro esempio è emblematico: la provincia di Modena, con poco più di 600.000 abitanti, ha 75.000 imprese iscritte alla Camera di Commercio. Riguardo alla dimensione delle nostre imprese che cosa ci limita? Non credo che sia la qualità, tant’è che i nostri imprenditori hanno sempre avuto la vocazione all’export. Noi esportiamo tantissimo, 8,4 miliardi di euro nel 2004 e nel 2005 registreremo probabilmente il 6% in più, tanto che siamo l’ottava provincia in Italia per l’esportazione. A parte questa vocazione, però, se consideriamo il raggio d’azione delle imprese, ossia dove vendiamo, non si va molto lontano. Ma per fare il passo più lungo occorre la dimensione.

E ritorno a quello che diceva il presidente Salza: cosa si può fare? È necessario aiutare le imprese italiane a compiere il salto di qualità. E, se le aiutiamo a diventare più grandi, avremo sicuramente un risultato, perché saremo in grado di fare più ricerca, prodotti con un più alto contenuto tecnologico e avremo, allo stesso tempo, la forza di delocalizzare quei prodotti ormai maturi che ancora produciamo in Italia ma che invece dovremmo già produrre nei paesi dove la manodopera ha costi inferiori. Tra l’altro, innescando un circolo virtuoso, perché quei paesi presto avranno bisogno delle nostre merci e quindi costituiranno un’ulteriore via di sviluppo per il nostro mercato.

Circa le iniziative della Camera di Commercio, noi siamo impegnati in prima linea a dare un supporto vero alle nostre imprese, ovviamente con la forza che abbiamo. Ricordo che mettiamo a disposizione dell’economia locale tutti gli anni oltre sei milioni di euro, finanziando così, in parte, anche la ricerca. La Camera di Commercio per l’internazionalizzazione di Modena investe moltissimo: più di 1,5 milioni di euro per finanziare l’azienda speciale per l’estero, Promec. Non so quante province della nostra dimensione abbiano queste opportunità, in Emilia Romagna noi siamo i primi e i risultati si vedono.

Il mondo ci aspetta. Io sono un imprenditore e ci credo. Il mondo aspetta i nostri prodotti, la nostra inventiva, la nostra fantasia, anche se oggi dobbiamo fare uno sforzo maggiore. I nostri imprenditori hanno le armi per vincere questa sfida e per stare sul mercato, però devono crederci.

Passo al tema della valorizzazione dei prodotti locali. Occorre fare delle distinzioni. Sono due i filoni a cui dobbiamo rivolgere molta attenzione. Il primo è quello dell’industria e il secondo quello dell’agroalimentare. Noi siamo i primi nella meccanica. Nei paesi lontani, come la Cina, c’invidiano tutti, ma capita spesso che ci chiedano se Modena sia in provincia di Maranello.

Questo dà l’idea di come siamo visti all’estero: prima per la Ferrari, poi per Pavarotti e ora per l’aceto balsamico. Io ricordo sempre però che siamo i primi al mondo anche per le piastrelle di ceramica, per le macchine per le piastrelle e in diversi altri comparti. Se quindi esploriamo il mondo che ci circonda, vediamo che è pieno di attività che brillano.

Allora, che cosa abbiamo fatto per l’agroalimentare? Una cosa molto semplice: abbiamo raccolto sotto l’insegna di un marchio, “Tradizione e Sapori di Modena”, una decina di prodotti del nostro territorio. La prima è stata la patata di Montese – un piccolo paese sulle nostre colline –, che abbiamo fatto disciplinare per la produzione, la vendita e l’imballaggio (che reca la scritta “Patate di Montese, Camera di Commercio di Modena”). Abbiamo fatto una prova di vendita nei supermercati e abbiamo visto che funzionava, così abbiamo deciso di proseguire anche con altri prodotti. Abbiamo capito che, anche a livello locale, bisogna valorizzare le nostre produzioni perché il consumatore si fida della qualità, ciascuno di noi cerca prodotti di qualità.

Nel mese di ottobre sono andato in Australia, per dare man forte al nostro assessore all’agricoltura della Provincia di Modena. Nel 2008, come ogni tre anni, c’è un congresso mondiale di produttori di cibi e di agricoltura biologica. Sperare che fosse Modena la sede del prossimo congresso mi sembrava una battaglia persa in partenza: il paese Corea contro la Provincia di Modena. Siamo andati a malincuore, sapevamo che c’era un ministro della Corea con una delegazione enorme, mentre a supporto della nostra Provincia, oltre all’assessore Poggioli, c’ero io e alcuni altri operatori. Eppure abbiamo vinto: nel 2008 sarà a Modena la Convention mondiale dei produttori di cibi e di agricoltura biologici e cercheremo di ospitare al meglio circa 4.000 persone provenienti da tutto il mondo. Le opportunità non mancheranno.

Sempre a favore della valorizzazione delle nostre imprese, abbiamo creato e depositato un altro marchio importante: “Motor Valley”, per far capire al mondo che la nostra terra è la “valle dei motori”.

È un’iniziativa che vogliamo sostenere e portare avanti perché riteniamo che questa caratteristica del nostro territorio sia un plus che dobbiamo far fruttare.