La Città del Secondo Rinascimento

Numero 27 - Questioni di salute

Ruggero Montanari
ecologista, componente del Polo vivaistico di Ca' de' Fabbri (Bo), titolare dell'azienda vivaistica Montanari Amedeo, Ca' de' Fabbri (Bo)

OCCORRONO PIÙ ALBERI, NON SOLO PIÙ VERDE

Da oltre cento anni la vostra impresa produce e vende alberi. Dagli anni sessanta, la produzione ha riguardato anche il mercato estero, il cui apprezzamento è andato sempre crescendo fino a oggi. Come trova la situazione del verde a Bologna, data anche l’importanza del contributo che esso può dare alla salute dei cittadini?

Attualmente, nelle aree esterne della città si nota un miglioramento della sensibilità per il verde. In città, invece, le amministrazioni non possono fare molto, perché devono tenere conto degli spazi esistenti. Tuttavia, occorre riconoscere che, in periferia e nelle nuove lottizzazioni, la realtà del verde sta crescendo. Certo, non bisogna accontentarsi e bisogna cercare di ampliare e migliorare la sensibilità della gente. Perché è risaputo che il verde aiuta a vivere meglio anche, per esempio, allentando il senso di oppressione e aumentando la sensazione di vitalità. Penso che la gente stia assimilando queste cose molto importanti per la salute, e penso che andremo sempre più in questa direzione, perché quando s’incomincia a vivere nel verde, cioè in condizioni di vita migliori, non ci si accontenta più e si esige una qualità della vita sempre più alta. Per questo, però, occorre che la politica dia il suo contributo, che faccia la sua parte, perché la città si costituisce attraverso l’apporto di ciascuno.

Come trova la politica attuale a Bologna e in Emilia Romagna?

Non saprei come definire il potere politico nella nostra città e nella nostra regione. Almeno da ciò che posso constatare, da ciò che leggo sui giornali — ammesso che l’informazione sia attendibile —, avverto una mediocrità nell’assumere le proprie responsabilità nei confronti dei cittadini.

Parliamo del contributo della vostra impresa alla città. Gli alberi producono ossigeno e l’aumento del loro numero, anche nei dintorni della città, sarebbe salutare per i cittadini, quindi per la città…

In tutto il mondo civile, l’albero è sempre stato un elemento di miglioramento della vita in una città. Da noi questo non è ancora così assodato. A Bologna, per esempio, stanno costruendo una serie di barriere antirumore in cemento armato per proteggere le zone abitate a ridosso della tangenziale. Queste barriere sono deprimenti. Per non parlare poi di tutto lo smog che vi si concentra. Perché non hanno pensato agli alberi, che hanno un effetto antirumore? Dall’estero riceviamo tante richieste e sono sempre in aumento. La voglia di verde sta crescendo in tutto il mondo. In Germania, per esempio, vengono acquistati i nostri alberi, che poi vengono spediti in Medioriente, nei paesi dell’est e altrove in Europa. La necessità del verde è molto sentita. In Spagna e in Portogallo — dove molti alberi sono italiani —, stanno facendo opere colossali, perché il verde è avvertito come una componente importante sia dell’aspetto estetico sia della salute dell’ambiente, con effetti sulle persone, sul territorio e sul turismo. È un’immagine che alcuni stati vogliono dare. Non so se anche le nostre amministrazioni siano propense a migliorare questi aspetti. C’è, invece, una crescita e un impegno in questa direzione degli stati che vogliono far parte dell’Unione Europea, i quali stanno piantando molto verde anche per raggiungere i parametri di legge che consentono loro di essere ammessi.

Qual è la situazione a Bologna e in Emilia Romagna rispetto a tali parametri?

In Emilia Romagna, e quindi anche a Bologna, attualmente, rispetto ai parametri del verde siamo a livelli sicuramente importanti, anche se non abbiamo ancora raggiunto quelli europei.

Qui da noi è considerato verde il prato, più che gli alberi, ma il prato non crea ossigeno. Dov’è possibile, quindi, occorre aumentare il numero di alberi, perché il verde può aiutare le nostre condizioni di vita. E nelle zone inutilizzate, è consigliabile che le amministrazioni aiutino a gestire, in modo corretto, il compimento di fasce boschive, per aiutare il disinquinamento atmosferico e l’equilibrio ambientale.