La Città del Secondo Rinascimento

Numero 21 - La modernità

Stefano Gibertoni e Gabriele Pecorari
soci fondatori di Capitali e Partners

UN NUOVO STRUMENTO FINANZIARIO PER LE NOSTRE IMPRESE

Intervista di Anna Spadafora

Tradizione e ragioni culturali rappresentano spesso un grande ostacolo nell’impiego di nuove tecniche nonostante eventi recenti, come la globalizzazione, ne suggeriscano in molti casi l’utilizzo. Capitali e Partners nasce a Modena come società di consulenza che promuove e agevola l’incontro tra capitali d’investimento e aziende partners che possono utilizzare fondi per la loro crescita e il loro sviluppo. Frutto dell’incontro tra esperienze amministrative – come quelle dello Studio Penta e dei suoi consulenti Stefano Gibertoni e Gianni Basile – e esperienze gestionali e imprenditoriali – come quelle di Gabriele Pecorari –, in che modo la nuova società può costituire un supporto per il rilancio dell’imprenditoria nella provincia di Modena e quali nuovi servizi offre?

I problemi che l’impresa deve affrontare hanno diverse manifestazioni e possono avere varie origini. Se consideriamo un deficit di bilancio, per esempio, le sue cause possono essere molto diverse fra loro:  dal passaggio generazionale a un controllo di gestione che mette in secondo piano l’aspetto amministrativo per concentrarsi in particolare sullo sviluppo del prodotto. Noi avvertiamo il disagio che attanaglia le nostre imprese e percepiamo che le aziende, mai come oggi, si trovano ad affrontare sfide importanti senza possedere i mezzi per vincerle. Il mondo della finanza riveste sicuramente un ruolo centrale e noi ci proponiamo come tramite. Pur non appartenendo alla finanza, ne comprendiamo i meccanismi e cerchiamo di renderli comprensibili agli imprenditori. Capitali e Partners vuole essere un trait-d’union tra la finanza e il mondo imprenditoriale, rimanendo comunque più vicino all’imprenditoria.

Se l’unione tra la finanza e l’imprenditoria fosse solo fine a se stessa non sarebbe assolutamente sufficiente per permettere a un’impresa di crescere, di acquistare valore e di competere ad armi pari con altre realtà estere. È dunque necessario introdurre anche nel nostro territorio strumenti come i private equity o il venture capital, da cui molte aziende in altri paesi traggono da tempo importanti benefici.

Finora, a Modena, le operazioni che coinvolgevano investitori istituzionali e capitali esteri riguardavano solo imprese di grandi dimensioni già fortemente strutturate. Poiché nel nostro territorio non sono presenti molte società di questo tipo, una volta esaurita la short list di grandi aziende, gli investitori istituzionali hanno ancora molti fondi da investire e si stanno perciò concentrando sulle piccole e medie aziende. Ecco perché bisogna essere pronti a usufruire di queste risorse ingenti. Basti pensare che l’anno scorso, senza considerare gli investitori europei, americani e paneuropei, c’erano a disposizione più di cinque milioni di euro da investire nelle aziende. Purtroppo, però, per diversi fattori, questi capitali non sempre arrivano alle imprese ed è per questo che Capitali e Partners si presta come punto di raccordo necessario, anche perché gli investitori istituzionali, di estrazione puramente finanziaria, a fatica riescono a effettuare analisi appropriate sulle aziende. Inoltre, nella determinazione del valore di un’azienda, è sempre più rilevante il fattore umano, la figura dell’imprenditore o del manager, aspetti che i consulenti finanziari hanno sempre più difficoltà a cogliere.

Quindi una piccola o media impresa modenese che si rivolge a Capitali e Partners può sfruttare le opportunità offerte dal mercato internazionale?

Esattamente. Per fare un esempio, i fondi di private equity sono estremamente operativi in Inghilterra e persino in Spagna sono stati sfruttati molto più che in Italia. Private equity, merchant bank e venture capital non sono soltanto utili per la crescita delle aziende o per la globalizzazione, ma rappresentano le soluzioni a uno dei problemi che la nostra imprenditoria deve affrontare sempre più nei prossimi anni, il passaggio generazionale. Spesso, i soci istituzionali intervengono affiancando e consigliando i nuovi arrivati. Il loro scopo è quello di strutturare e preparare le nuove leve, per poi uscire dall’azienda quando sarà il momento adatto per lasciare la proprietà nelle mani dei nuovi imprenditori. Grazie all’intervento di soci istituzionali, sono inoltre possibili operazioni di rilancio di aziende. Viene effettuata un’analisi sulle società in crisi o prossime al fallimento e, attraverso la partecipazione dei soci istituzionali, si cerca di evitare la chiusura dell’azienda e di favorirne il rilancio sul mercato. Con l’intervento di investitori istituzionali ci sarà anche una conseguente riorganizzazione strutturale dell’imprenditoria italiana. L’apertura dell’azienda a investitori istituzionali è una soluzione non solo per sopravvivere ma anche per crescere ed evolversi.

Ma se il vostro intervento si rivolge a piccole e medie aziende, in cui spesso l’imprenditore è la persona che si occupa di tutto e cerca di tenere lontano persino gli esperti, non c’è il rischio che l’intervento di un socio istituzionale venga considerato come una perdita di valore e di controllo sulla propria attività?

Teniamo a ricordare che gli investitori istituzionali sono soci a termine e non è nei loro interessi stravolgere completamente l’equilibrio e le regole delle aziende, il loro scopo è semplicemente tentare di fare aumentare il valore dell’impresa anche aiutando gli imprenditori a prendere importanti decisioni che altrimenti non prenderebbero. Nonostante possa risultare difficile, gli investitori devono essere visti come alleati. L’imprenditore deve anticipare la crisi e agire per tempo. La nostra economia sta cambiando, sta diventando sempre più un’economia di servizi.

Ebbene, in questa sfida, le aziende hanno bisogno di tutelarsi e organizzarsi anche sfruttando l’aiuto di partners finanziari.