Numero 22 - La cura del tempo
Andrea Di Salvatore
primario di Chirurgia della Casa di cura "Dott. Marchetti" (Macerata)
I VANTAGGI DELLA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA
intervista di Carlo Marchetti
La laparoscopia è costituita da un esame interno dell’addome utilizzando lo strumentario endoscopico rigido. Ultimamente, è stata ulteriormente affinata. In che cosa consiste, attualmente, questa particolare metodica chirurgica?
Si tratta dell’introduzione, attraverso micro-incisioni, di una piccola ottica tubolare collegata a un sistema video integrato che, con l’uso di strumenti di manovra idonei, consente al chirurgo di muoversi con precisione assoluta all’interno dell’addome, avvalendosi delle possibilità d’ingrandimento del campo operatorio offerte dal mezzo televisivo. La laparoscopia, con tale metodica, offre una visione completa, a tutto tondo, di tale campo, attraverso piccoli accessi i cui segni cutanei, a differenza di una volta, sono destinati a scomparire, con indubbio vantaggio estetico per il paziente.
Può specificare alcuni casi di destinazione?
Penso, innanzi tutto, a quelle forme di patologia addominale, particolarmente frequenti nella donna, in cui è più difficile fare una cosiddetta “diagnosi di natura” o una diagnosi differenziale tra varie patologie ipotizzate, soprattutto in quei casi, non infrequenti, in cui si ha l’esigenza di allargare l’area d’indagine del campo operatorio anche a più ambiti, contenendo tuttavia il trauma chirurgico. Nell’addome inferiore, ad esempio, possono intrecciarsi strutture neoformative e forme infiammatorie a partire dai distretti intestinali o da quelli ginecologici. Penso inoltre a quei casi, che reputo particolarmente subdoli, in cui mancano indicatori specifici del distretto in questione, e il paziente denuncia varie forme, localizzazioni e intensità di dolori addominali. Ricordo anche quanto può accadere in pazienti già operati: la cicatrizzazione di ferite interne può generare una serie di lacinie fibrose, le cosiddette “aderenze”, che imbrigliano i visceri e il loro rivestimento, provocando algie periodiche alternate a fastidi e disagio fisico, o addirittura occlusioni intestinali.
Oltre a quello estetico e di riduzione del trauma per il paziente e a quello d’indagine per l’operatore, quali altri vantaggi offre la moderna chirurgia laparoscopica?
In passato gl’interventi mirati alla cosiddetta “viscerolisi”, come nel caso della sezione delle aderenze, causavano spesso il ripetersi del problema per il nuovo trauma chirurgico dato dalla riapertura dell’addome. La laparoscopia come l’ho descritta, invece, consentendo l’introduzione in cavità addominale di strumenti minuti con la stessa funzione delle mani del chirurgo, abbatte in modo estremamente significativo l’incidenza delle recidive, eliminando quelle dolenzie persistenti che inducono talvolta i pazienti a peregrinazioni da più specialisti.
La laparoscopia in considerazione delle micro-incisioni utilizzate, rende inoltre più agevole il decorso postoperatorio e più rapida la ripresa delle attività quotidiane e di quelle lavorative.
Occorrono una formazione approfondita e un training prolungato per acquisire abilità ed efficacia nell’applicazione di questa metodica?
Per raggiungere i risultati attuali sono occorsi molti anni di maturazione, di affinamento delle conoscenze e di studi e ricerche, all’inizio con intuizioni pionieristiche poi con avanzamenti sempre più scientifici. Il chirurgo che se ne avvale deve comunque essere edotto del percorso di ricerca, così come deve conoscerne la tecnologia, compresa quella ottica, e i materiali che si troverà a usare. Per l’esecuzione delle manovre, come in qualunque campo della chirurgia, occorre un training assolutamente serio e approfondito. Si può dire, comunque, che per questa metodica è necessaria la formazione e l’esperienza chirurgica tradizionale che peraltro viene arricchita dall’esperienza laparoscopica.
E nel campo specifico delle neoplasie?
Vale quanto detto. Oggi la chirurgia laparoscopica si può applicare con successo a tutti quei casi in cui si sospetta o si è accertata la presenza di una forma neoplastica per cui esiste un’indicazione specifica a tale tipo d’intervento.