Numero 24 - Il valore dell'impresa
Giovanni Ferrari
presidente del Gruppo Lameplast S.p.A.
UN NUOVO BREVETTO MONDIALE: IL MULTIDOSE
Quando abbiamo incominciato, trent’anni fa, io e i miei soci, Evro Fabbri e Antonio Fontana, ciascuno di noi ha assunto un compito all’interno dell’azienda: il primo doveva seguire la realizzazione degli stampi, il secondo i disegni tecnici e io dovevo occuparmi degli aspetti commerciali e amministrativi. Abbiamo iniziato producendo per alcuni clienti di Bologna, come IMA e altri grandi gruppi attrezzature per le macchine automatiche per il settore farmaceutico. Dopo un paio di anni, ci siamo resi conto che, se avessimo continuato a lavorare per loro, saremmo rimasti un’entità anonima, senza un proprio prodotto, un’immagine e un’innovazione proprie. Quindi, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e, facendo una ricerca di mercato, abbiamo visitato le aziende farmaceutiche di Milano e Roma, cercando di capire quali fossero le esigenze del mercato italiano. Al nostro rientro, abbiamo deciso di creare prodotti plastici per il settore farmaceutico e, di lì a poco, eravamo la prima azienda in Italia a produrre la plastica in ambiente a contaminazione controllata. Il passo successivo era quello di creare prodotti nostri: così abbiamo inventato il monodose.
Il monodose quello che più o meno tutti conoscono e utilizzano, per esempio come contenitore di collirio è stato una nostra invenzione. Il grande vantaggio del monodose consiste soprattutto nel fatto che il medicinale contenuto in esso non ha bisogno di conservante. Ebbene, il successo del monodose ci ha permesso non solo di posizionarci ai massimi livelli nel mercato nazionale e internazionale, ma anche di ampliare il nostro business e di aprire nuove strutture. Ben presto ci siamo accorti, infatti, che, oltre al contenitore, le aziende richiedevano il servizio di riempimento, per il quale le strutture delle multinazionali, considerando che i nostri prodotti erano estremamente innovativi, non erano ancora attrezzate. A distanza di dieci anni, quindi, abbiamo fondato la COC Farmaceutici, a Sant’Agata Bolognese, una società farmaceutica che produce medicinali per conto terzi.
Avvalendoci dell’esperienza nel settore farmaceutico, ci siamo poi rivolti a quello cosmetico, in cui il monodose non era ancora utilizzato. Abbiamo aperto uno stabilimento a Rovereto di Novi, vicino a Carpi, dove oggi lavoriamo per le migliori firme a livello internazionale, raggiungendo risultati eccellenti: i nostri contenitori hanno vinto tre Oscar dell’imballaggio nazionali, due europei e due mondiali.
Giunti a questo punto, c’era un altro problema da risolvere: le macchine che noi utilizzavamo erano fornite da grandi aziende che avevano tempi di consegna inadeguati alle richieste dei nostri clienti. È stato così che abbiamo deciso di costruire noi stessi le macchine automatiche di cui avevamo bisogno, completando in tal modo il servizio offerto alle aziende, che oggi è veramente globale: dall’innovazione nel packaging al riempimento del prodotto alla macchina per le aziende che vogliono eseguire il riempimento in casa propria.
Ma non ci siamo fermati, abbiamo proseguito cogliendo le opportunità che ci ha offerto il mercato: nel tempo l’ingegno è cresciuto, sono intervenute tante novità all’interno dell’azienda e, soprattutto, abbiamo formato un team di persone, a cui penso dobbiamo attribuire il maggiore valore dell’impresa oggi. Abbiamo aperto uno stabilimento a Miami, che lavora per conto terzi nel settore cosmetico, uno in Brasile, a San Paolo, a febbraio dovrebbe partire una joint-venture in Spagna e a metà del 2007 dovremmo entrare nel mercato giapponese.
Per raggiungere il nostro obiettivo di anticipare costantemente ciò che il mercato poteva richiedere, abbiamo creato un team di persone che ci ha permesso di essere un’azienda innovativa, che inventa soluzioni alternative rispetto a ciò che esiste sul mercato. Il nostro successo è dovuto al fatto che ciascun anno presentiamo sul mercato due o tre prodotti nuovi che brevettiamo a livello mondiale. Grazie al brevetto, a cui sono state apportate le dovute migliorie, a vent’anni dalla nascita del monodose, abbiamo ancora il monopolio sul mercato mondiale. E per di più oggi la richiesta del monodose è sempre in aumento, se pensiamo alle nuove normative di trasporto sugli aerei. Il contenitore monodose è vincente perché può essere portato in viaggio uno strip di cinque monodose che contengono cinque prodotti diversi, dalla crema per il corpo a quella per il viso all’antirughe al sapone per la barba al bagnoschiuma, e così via. Dopo tanti anni, questo prodotto ci permette ancora di essere all’avanguardia.
E con la crescita del business dell’azienda è cresciuta anche la struttura interna: quando siamo partiti eravamo in sei, oggi ci sono duecentododici persone che lavorano in vari paesi del mondo. Abbiamo cercato di migliorare tutti i metodi di lavoro e di controllo della qualità, l’organizzazione e la gestione dei processi e l’informatizzazione, ma credo che gran parte del nostro successo sia dovuta all’organizzazione interna: abbiamo scelto di promuovere il coinvolgimento, il lavoro di squadra, valorizzando ciascuna persona, sviluppando al massimo lo spirito di collaborazione, in modo che ciascuno possa essere propositivo e confrontarsi con gli altri per migliorare sempre più. Oggi più che mai, per far fronte alle sfide e alla competizione dei nuovi mercati, è importante fare squadra. E se facciamo una valutazione, un’analisi del patrimonio delle piccole e medie imprese in Italia, troviamo l’inventiva, la creatività, l’intraprendenza dei nostri cervelli, con le caratteristiche che rendono gli italiani unici nel mondo. La nostra regione è invidiata perché è leader in tanti settori, dalle automobili all’aceto balsamico al parmigiano reggiano, ma se non riusciamo a sfruttare le nostre qualità, rimarremo sempre fanalino di coda dell’Europa. Per questo, occorre che le istituzioni incomincino a dialogare e a confrontarsi con le realtà imprenditoriali d’eccellenza presenti sul territorio. Se oggi avviene qualcosa in questa direzione, è solo in minima parte, perché i politici s’interessano poco delle piccole e medie imprese. Le banche, poi, devono rendersi più disponibili verso i finanziamenti ai piccoli artigiani, che hanno nel cassetto innovazioni e progetti enormi.
Ma, tornando al tema del nostro convegno, il valore dell’impresa è il valore delle persone, con le loro particolarità, le loro idee, i loro progetti, e il mondo dell’azienda non è solo un ambiente di lavoro, ma anche un ambiente di vita, di confronto e di crescita personale.
Abbiamo investito molto nella nostra azienda perché abbiamo deciso di offrire sempre prodotti innovativi. L’ultimo risultato del nostro settore ricerca e sviluppo, costato sette anni di lavoro e un ingente investimento, è un contenitore multidose che sul mercato ancora non esiste e che stiamo brevettando in tutto il mondo
Oggi possiamo dire di aver creato un flacone in cui il prodotto rimane sterile fino all’ultima goccia, senza bisogno di conservanti, proprio come nel monodose. Quando l’abbiamo presentato a Las Vegas, all’Accademia dell’Oftalmologia Mondiale, il successo è stato enorme: tutte le grandi multinazionali, dall’Allergan alla Pfizer, hanno voluto incontrarci, discutere e prendere accordi per l’esclusiva a livello mondiale. Ma tutto ciò è frutto di anni di ricerca e investimenti, con equipe di persone abituate a lavorare fra loro, a dialogare e a confrontarsi. A ciascuna equipe viene affidato un progetto innovativo da portare a termine e in questo modo si costituiscono tanti dispositivi da cui nascono tante idee. Le idee devono poi essere coordinate per creare l’oggetto che potrebbe rappresentare la richiesta del futuro dei settori farmaceutico e cosmetico. Questo nuovo contenitore, il multidose, permetterà a Lameplast di assicurarsi un mercato per i prossimi vent’anni. Il settore farmaceutico esige molto: qualità, servizio e innovazione. Fino a oggi siamo riusciti a soddisfare le richieste provenienti da vari paesi, creando una struttura interna in cui il personale, i dirigenti, gli agenti, ciascuno collabora per ottenere un risultato. Il risultato è ciò che consente la crescita dell’azienda e del personale e consente di mantenere un ambiente confortevole, in cui c’è la soddisfazione di lavorare come a casa propria. L’azienda si sta espandendo, stiamo costruendo nuovi stabilimenti, e ci auguriamo che nel futuro le cose funzionino sempre meglio.