La Città del Secondo Rinascimento

Numero 24 - Il valore dell'impresa

Luigi Mai
amministratore delegato di Energy Group, presidente della PTL (Mirandola), presidente della CNA della provincia di Modena

LA QUALITÀ È VINCENTE

Nel numero precedente del nostro giornale abbiamo parlato di Energy Group, il gruppo di cinque imprese della provincia di Modena, nato dalla scuola, per dir così, della PTL di Mirandola, di cui lei è amministratore delegato. La PTL, nata nel 1986, proprio grazie alla sua capacità di innovare costantemente, fin dai primi anni novanta, è divenuta principale fornitrice di carpenteria leggera in acciaio inossidabile – dai setacci ai filtri ai deferrizzatori usati nella fabbricazione di piastrelle, dai nastri trasportatori di biscotti ai contenitori per la raccolta dei pomodori – per molte aziende all’avanguardia che esportano in tutto il mondo. Certamente, acquistare la fiducia di clienti qualificati, nel corso degli anni, non è stato casuale, l’attenzione alla qualità, infatti, è stata perseguita in tutti i suoi aspetti: dalla certificazione ISO 9002 (ottenuta nel 1996) alla formazione del personale, dal rispetto per l’ambiente alla qualità nell’ambiente di lavoro, tanto che la nuova sede è stata costruita in modo da garantire ai dipendenti condizioni di assoluta salubrità – per l’assenza di polveri sottili e di rumore – e di luminosità naturale, garantita parecchie ore al giorno dalla particolare disposizione del tetto…

Anche il ricambio dell’aria è garantito con un sistema che consente un riciclo di aria naturale nell’ambiente che, specialmente nei mesi estivi, è molto importante.

Grazie alle divisorie degli ambienti di lavoro e alle barriere antirumore, abbiamo posto rimedio all’inquinamento acustico, mentre, per abbattere le vibrazioni, il pavimento è stato costruito secondo particolari criteri. Infine, abbiamo installato un impianto per il recupero delle acque piovane: nel processo di lavorazione dell’acciaio inossidabile, in particolare per il lavaggio, occorre molta acqua e usare quella potabile ci sembrava uno spreco inaccettabile.

Lei ha dato da sempre molta importanza al capitale intellettuale. Quanto incide questo capitale sui risultati?

Possiamo dire che nella PTL il valore delle lavorazioni dipende all’ottanta per cento dal capitale umano e al venti dalle attrezzature e dalle tecnologie avanzate: non possiamo pensare di utilizzare tecnologie avanzate senza personale altamente qualificato. È questo l’impegno maggiore che abbiamo assunto nel corso degli anni: la formazione all’interno e all’esterno, per aumentare sempre più la qualità della manodopera. Non possiamo pensare di fare grandi numeri a basso contenuto tecnologico. Se c’è qualcosa che oggi non soccombe nella concorrenza agguerrita del mercato globale è proprio l’attenzione alla qualità sia della progettazione e realizzazione del prodotto, sia dell’ambiente interno ed esterno in cui esso sorge, che conferisce a esso valore aggiunto. Un’azienda di carpenteria che lavora gli acciai inossidabili come la nostra non può essere concepita come un’officina di quarant’anni fa, dove tutti erano sporchi e neri, tanto che la maggior parte dei ragazzi in officina non usa più la tuta da tanti anni, perché è cambiato il modo di lavorare, sono cambiate le attrezzature, è cambiato tutto.

Ci sono molte persone che chiedono di lavorare in un’azienda come la vostra, perché percepiscono il vantaggio di lavorare in un ambiente che si distingue?

Sicuramente c’è stato un aumento di richieste dovuto al nuovo ambiente di lavoro, ma occorre anche dire che ormai le grandi industrie non assumono più a tempo indeterminato, molte sono in mano alle multinazionali, con il rischio che prima o poi si trasferiscano all’estero, quindi, i giovani incominciano a cercare nella piccola impresa, e non più nella grande, una garanzia per il loro futuro.

Nella nostra azienda lavorano dipendenti che sono qui da vent’anni e certamente ci fanno una bella pubblicità. Quando ci siamo trasferiti nella nuova sede, ai primi del 2006, avevamo poco meno di trenta addetti e ci siamo posti l’obiettivo di arrivare a cinquanta in tre anni. Oggi possiamo dire che siamo sulla buona strada.

Nella piccola impresa c’è un altro modo di lavorare, ancora oggi una persona impara a fare più cose rispetto alla grande impresa, dove si lavora per compartimenti stagni?

Sì, c’è sicuramente un vantaggio nella formazione: una persona in una piccola impresa può imparare più mestieri. Anche se oggi le grandi aziende hanno incominciato a ristrutturarsi in questa direzione, perché la rigidità paga immediatamente, ma non a lungo termine. Noi, comunque, siamo riusciti ad acquisire una qualità tale nella manodopera che ci consente una grande elasticità e intercambiabilità.

Dall’inizio di quest’anno, inoltre, proprio per snellire la gestione e alleggerirla nella soluzione dei problemi, facendo sì che sia sempre più veloce, senza perdere mai di vista la qualità, abbiamo nominato un direttore di azienda.

E quali sono i dispositivi di comunicazione tra l’imprenditore, il direttore e i collaboratori?

Abbiamo incontri settimanali, ma la comunicazione è costante. I nostri progetti a medio termine devono essere monitorati man mano che il programma procede, perché le trasformazioni sono continue. Un programma fisso a lungo termine non ha più tenuta, occorre che sia malleabile e che possano essere effettuate le modifiche che si rivelano opportune.