Numero 31 - La libertà, l'arte, l'impresa
Ciro Lorenzo Màjzoub Longato Qajar
presidente del Gruppo Maison du Monde
UN'ICONA DI BELLEZZA E DI LUSSO PER LE LOCAZIONI
La Maison du Monde è una giovane realtà immobiliare che si sta affermando e distinguendo sul mercato bolognese per le sue proposte esclusive di immobili di lusso, storici e di pregio artistico o monumentale, sia in ambito residenziale che commerciale. Come siete arrivati a fare questa scelta particolare?
Abbiamo deciso di specializzarci in questo settore per diversi motivi, ma soprattutto per coltivare la nostra passione per il bello e l’eccellenza.
Per una serie di coincidenze, siamo riusciti a specializzarci nell’offerta di proposte molto particolari nel campo dei beni di lusso. Attualmente, siamo presenti nel centro storico di Bologna e abbiamo in programma di aprire nuove filiali in altre città come Venezia, Firenze e Roma.
Quali sono le richieste più ricorrenti dei vostri clienti, in altre parole, che tipo di clientela si rivolge a voi?
Principalmente, liberi professionisti, investitori, grandi aziende e privati con un reddito alto.
Attualmente, gestiamo una fetta considerevole delle proposte di locazione di pregio del centro storico, ma presto costituiremo un ampio carnet di proposte anche per le vendite.
Ci siamo differenziati dalle altre realtà immobiliari grazie al servizio su misura gestito esclusivamente in prima persona dal titolare. A breve potremo avere un buon numero di immobili in vendita in grado di mantenere il target delle proposte in locazione in termini di pregio, di esclusività, di storicità e di rifinitura.
La nostra particolare scelta di settore ci porta ad avere anche una particolare gestione della clientela. Il bene di lusso è rivolto a persone esigenti, che amano l’arte e la storia. Questo ci permette di avere un numero ristretto di clienti con i quali riusciamo però a instaurare un forte legame e un rapporto di lavoro solido e sicuro. Se si lavora con onestà, stima e rispetto, è più semplice incontrarsi sul piano delle idee e del gusto.
Noi siamo contenti del risultato, della scelta e soprattutto delle amicizie che nascono e si rivelano durature tra noi e i nostri clienti.
Ci dà molta soddisfazione ricevere i complimenti per il modo in cui lavoriamo, ricevere nuovi clienti che si fidano del nostro lavoro perché siamo stati in grado di raggiungere obiettivi importanti. Il passaparola è essenziale per noi, ma la qualità del servizio è alla base di tutti i nostri successi.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Quello per il futuro prossimo è un progetto ambizioso: vogliamo diventare icona di bellezza, classe, raffinatezza unite a semplicità e umiltà nell’esercizio d’impresa. Vogliamo che La Maison du Monde diventi sinonimo di eccellenza e garanzia di qualità, ma soprattutto vogliamo creare un marchio importante che sappia valorizzare la grande eredità artistica della bellezza italiana famosa in tutto il mondo.
Credo che le nuove realtà che si affermano e riescono a esprimersi sul mercato siano importanti per altri giovani che come è successo a me per crescere hanno bisogno di trovare stimoli e ispirazione.
Considerando il suo entusiasmo, lei non sembra affatto spaventato dalla crisi economica che l’Italia e il mondo stanno attraversando in questo periodo. Allora, volevo chiederle se lei incoraggia i giovani a perseguire un progetto e un programma e ad andare in direzione dell’eccellenza.
Certo. Ho trascorso un periodo della mia vita in cui ho lavorato nel campo dell’equitazione per passione ed ero poco remunerato: ho davvero conosciuto la fatica, la difficoltà, ma, facendo questo tipo di esperienza, ho imparato che bisogna essere tenaci e mettersi in gioco perché nulla arriva dal nulla. I giovani dovrebbero osare, puntare su loro stessi, non essere sfiduciati.
Io credo che oggi il titolo di studio sia importante ma non essenziale, dal momento che molti ragazzi che terminano gli studi tra i venticinque e i ventotto anni trovano una situazione lavorativa per niente rosea e un’economia in declino.
Le grandi aziende tendono a investire sempre meno sulle persone che purtroppo ormai vengono considerate solo in termini di rendimento. Anche per questo, è fondamentale che i giovani abbiano molta fiducia e si mettano in gioco. Io non condivido l’atteggiamento di vittimismo di molti ragazzi che da una parte si dicono precari e dall’altra non hanno voglia di fare e di rischiare. Quando lavoravo nell’equitazione, cavalcavo dall’alba alla sera, con ritmi molto sostenuti, ma è stata un’esperienza che mi ha formato molto e mi ha fatto capire che occorreva molta determinazione per percorrere la mia strada.
Quando una persona si trova, per così dire, in mezzo al mare, ha due alternative: o nuota fino a riva o si lascia andare giù.
E questo ragionamento vale per la vita di ciascuno. È necessario avere fede, essere giusti e onesti. Molti giovani, pur avendo talento e ingegno e pur essendo capaci, davanti alle difficoltà, si abbattono e non reagiscono perché vedono nella difficoltà un limite. Non credo però che la colpa sia solo loro, la gran parte di responsabilità è della società, che non li prepara adeguatamente e non li stimola a ricercare sempre nuove soluzioni.