Numero 33 - La crisi e la riuscita
Giorgio Giatti
imprenditore
IL METRÒ E LA CITTÀ DEL TEMPO
Con Bologna Capitale e il suo progetto del metrò, lei ha scommesso su una nuova riuscita della città. Di che cosa si tratta?
Il progetto del metrò è partito dall’Associazione Il Metrò che vorrei, e ha comportato un lungo impegno sulla città che ha visto principalmente la proposta di un referendum consultivo, poi bocciato dal Comitato dei garanti, con la motivazione che il piano di mobilità a Bologna avrebbe dovuto prevedere nei suoi elementi essenziali tre interventi: la metrotramvia, che si estende sulla parte ovest della città, il Civis, che si estende sulla parte est, e il People Mover, che collegherebbe la stazione all’aeroporto. Nessuna di queste motivazioni è poi risultata concreta perché nessuno di questi interventi si farà, a causa delle proteste sul Civis, della mancanza di fondi per la metrotramvia e degli enormi dubbi di legittimità sulla finanza di progetto per il People Mover. Il progetto Metrò che vorrei è stato poi riproposto e di fatto è diventato la bandiera di Metrò Sviluppo Bologna Capitale e poi il primo punto del programma della lista Cazzola.
In che cosa consiste l’innovazione di questo progetto della metropolitana?
Il traffico produce almeno due problemi: uno sul tempo dei cittadini, sottraendolo al lavoro o alle libere attività, e un altro sull’inquinamento. Il progetto della metropolitana risolve alla radice questi due problemi in quanto prevede una rete estesa di metropolitane di 56 stazioni che rende il tempo di spostamento estremamente più rapido: oltre mezz’ora al giorno risparmiata per ciascun cittadino. Se consideriamo un rapporto tempo/ora anche di soli 10 euro l’ora, avremo una configurazione di valore dell’ordine di centinaia di milioni di euro all’anno di tempo risparmiato, con un notevolissimo impatto economico sulla vita della città. Inoltre, il tempo risparmiato nel traffico risulta un beneficio sull’inquinamento di enorme consistenza perché diventa un’alternativa allo strumento di spostamento privato.
Si tratta di un progetto che sarebbe finanziato da privati. Può dire qualcosa di più su questo aspetto?
È molto importante il fatto che gli investimenti necessari per la realizzazione del progetto del metrò sarebbero effettuati utilizzando lo strumento del project financing, che porterebbe un miliardo e 800 milioni di euro in un tessuto produttivo che oggi è fortemente compromesso dalla crisi che sta attanagliando il mondo e pertanto non è soltanto una boccata di ossigeno ma un elemento compensativo che tornerebbe a dare ai cittadini bolognesi una prospettiva di lavoro immediata per i prossimi cinque o sei anni.
In molti casi in passato l’intervento pubblico non si è rivelato utile e quindi c’è stato uno spreco di denaro. Ecco perché la finanza di progetto è la base moderna e essenziale della proposta relativa alla metropolitana che la lista Cazzola ha fatto propria. L’autobus è il mezzo più antiquato di trasporto pubblico e ha un elevato costo di gestione perché impiega un autista stipendiato, comporta un’usura maggiore e ha un’intensità d’uso minore rispetto a un vagone di metrò, che può trasportare centinaia di persone in più e in un tempo minore. Nel trasporto pubblico, in particolare nella provincia di Bologna, la media di passeggeri per chilometro percorso da un autobus è di circa tre persone. Il rientro del capitale investito dal privato è ottenuto dall’efficacia di questo strumento di trasporto e quindi dal pagamento del biglietto.
Altro aspetto da considerare è il costo energetico: l’incidenza energetica del trasporto di una persona nella metropolitana rispetto al trasporto in auto è considerevolmente inferiore. L’ulteriore notevole vantaggio del metrò è che vengono trasportate più persone con una minore incidenza di costo di carburante, di energia. Inoltre, la metropolitana che abbiamo presentato è leggera e automatica, ciò significa che non richiede un autista, quindi l’incidenza del costo di gestione è notevolmente inferiore. Un dato eclatante è che le linee metropolitane trasportano una quantità di passeggeri che è circa il doppio rispetto a quella che oggi è trasportata dall’ATC e comporta l’impiego di un numero inferiore alle 300 persone per la gestione di queste linee metropolitane, a fronte dell’organico di circa 1.650 persone attualmente impiegato dall’ATC.
Perché ha scommesso sull’imprenditore Alfredo Cazzola e qual è l’apporto che gli imprenditori possono dare alla città?
Gli imprenditori possono dare alla città un apporto di concretezza. L’elemento della concretezza dà ai cittadini l’effetto di una maggiore efficacia nell’azione amministrativa, che, più che con le polemiche, opera per fare le cose che occorrono. Dobbiamo portare la politica a discutere delle cose che occorre fare. Questa è la novità comunicativa che proviene del mondo dell’impresa, che può avvicinarsi alla politica con le liste civiche. Alfredo Cazzola, imprenditore di successo che, nelle varie attività svolte, sia sportive sia fieristiche, ha dimostrato una grande passione e energia , oggi può giovare alla città. Questo è uno dei motivi per cui, nel mondo imprenditoriale e fra i cittadini, ha un grande seguito.